mercoledì 11 novembre 2015

Il Governo, le riforme, il Partito Democratico



Negli ultimi giorni il sistema politico si è riposizionato, con la manifestazione unitaria del centrodestra a Bologna, la nascita del gruppo di Sinistra Italiana, il mutamento dello scenario disegnato dai sondaggi per il ballottaggio in caso di elezioni politiche che da qualche tempo vede in vantaggio il Movimento 5 stelle.
Il mutamento del quadro politico deriva dalla presa d'atto di un "cambiamento capillare, indelebile, strutturale" che si è prodotto nella politica italiana. Per la prima volta nella storia recente, il Paese è guidato da un Governo presieduto dal segretario del Partito Democratico, un partito di centrosinistra che è la più grande forza tra i partiti socialisti europei, e non da un leader di una coalizione spuria.
Grazie all'azione di Governo e al mutamento della congiuntura economica si è ricostituito un clima di fiducia: non c'è dubbio che oggi l'Italia è più competitiva grazie alle riforme che il Governo ha approvato e sta portando avanti, come ha affermato il Presidente della Repubblica, e che è in atto "un profondo rinnovamento" del Paese.
Il 2016 sarà un anno importante per consolidare il clima di fiducia. La legge di stabilità prevede una riduzione delle tasse e punta al rilancio degli investimenti locali. La riforma costituzionale coronerà il percorso riformatore rendendo più rapide le procedure legislative con la fine del bicameralismo paritario e costruendo un assetto istituzionale più funzionale, snello ed integrato, a livello nazionale e territoriale, con un ruolo più forte e definito dei Comuni, mattone di base su cui poggia tutta l'architettura della Repubblica.
Il Partito Democratico e i suoi gruppi parlamentari hanno investito molto sul cambiamento strutturale del sistema politico e del Paese, ma questo processo non è ancora compiutamente percepito nel Paese. Per questo non è più tempo di liti interne o di logiche correntizie nel PD. Ma ancor meno è il momento delle divisioni a sinistra.
La prima sfida importante da affrontare a livello politico sarà infatti quella delle elezioni amministrative locali. Il PD deve elaborare proposte politiche unitarie e specifiche per il governo delle Città, intorno alle quali costruire, anche attraverso l'utilizzo intelligente delle primarie per la scelta dei candidati sindaci, alleanze solide con le forze di sinistra e di centro e con le energie civiche che vogliono contribuire al governo di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e dei tanti altri Comuni che andranno al votonel 2016.
C'è inoltre bisogno di un'azione costante del PD (di supporto, stimolo critico e proposta) che faccia maturare nella società la consapevolezza del processo riformatore, anche attraverso iniziative diffuse e comitati unitari a sostegno della riforma costituzionale che probabilmente sarà sottoposta a referendum nell'autunno 2016.
Gli eletti e gli iscritti riprendano l'iniziativa politica nei circoli e in ogni città per rendere il Partito Democratico una comunità politica unita, aperta ed inclusiva, lo strumento essenziale per condividere le proposte e l'azione di cambiamento del Paese.

venerdì 18 settembre 2015

Dalla parte di chi cambia l'Italia e l'Europa

In questa legislatura il Governo e il Parlamento stanno cercando di rimettere in cammino un paese che era fermo, rilanciando l'economia, semplificando l'assetto istituzionale e superando le resistenze corporative.

Sono stati approvati provvedimenti per favorire la ripresa e i consumi nel rispetto degli impegni presi con le istituzioni europee.

E' stata avviata una profonda opera di semplificazione del sistema politico (finanziamento ai partiti, superamento dell'elezione diretta degli organi di governo delle province, legge elettorale) e del sistema istituzionale (riordino delle autonomie locali e riforma della PA).

Il Parlamento si trova ora di fronte alla sfida cruciale della riforma costituzionale, che cerca di superare gli errori della riforma del 2001 attraverso la costruzione di un sistema istituzionale più equilibrato, che semplifichi il sistema decisionale ridando centralità al Parlamento, attraverso il superamento del bicameralismo perfetto e la trasformazione del Senato in una camera di rappresentanza delle autonomie territoriali, secondo un modello largamente diffuso negli altri paesi europei.

Questa scelta è in linea con le proposte di riforma costituzionale avanzate negli ultimi decenni. Il protrarsi della discussione su questo punto metterebbe ancora di più in difficoltà tutto il sistema politico, perché sarebbe un'ulteriore prova della sua incapacità di decidere anche su questioni sulle quali da tempo c'è un consenso diffuso, come è stato ricordato anche dal Presidente della Repubblica.

In questa fase cruciale, pertanto, c'è bisogno di ragionevolezza e unità innanzitutto all'interno del PD, il partito di governo che deve essere capace di svolgere una funzione nazionale nella nuova dimensione europea.

Ma la ragionevolezza e la responsabilità deve esserci in tutte le forze politiche, poiché la riforma costituzionale non è una questione di parte, ma è una questione che mette in gioco la credibilità della politica e di tutto il Paese. Senza ritardare ulteriormente i tempi di approvazione, il Parlamento può pertanto individuare eventuali interventi migliorativi sul testo in discussione per allargare la condivisione della riforma costituzionale.

La questione costituzionale, però, oggi non può essere limitata solo alla riforma in discussione. La crisi greca e l'emergenza immigrazione hanno chiaramente dimostrato che l'assetto istituzionale attuale dell'Unione europea non è soddisfacente, sia dal punto di vista funzionale, sia da punto di vista democratico.

Le forze politiche italiane devono porsi a testa alta alla guida di un processo di maggiore integrazione politica dell'Europa, come chiaramente è emerso nella dichiarazione comune su "Più integrazione europea, la strada da percorrere", che è stata firmata a Roma il 14 settembre 2015, nella quale è evidenziata chiaramente la necessità di dare nuovo slancio all'integrazione europea e la prospettiva di una condivisione della sovranità a livello europeo attraverso un unione federale di Stati.