venerdì 6 dicembre 2013

Con Gianni Cuperlo, per la Repubblica democratica fondata sulle autonomie e sul lavoro


Il congresso del partito democratico è un momento essenziale per recuperare il valore costitutivo dei principi di unità, autonomia, pluralismo e democrazia della Repubblica tra gli iscritti, gli elettori e i nostri tanti rappresentanti nelle istituzioni democratiche (nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni, nel Parlamento e in Europa).

Ma non solo. Il congresso è l’occasione per ricostruire un tessuto di partecipazione democratica, fuori dalle logiche correntizie e dalla proposta mediatica dell’uomo solo al comando, per mettere al centro della discussione politica il tema del lavoro.

La recessione economica e la scarsità delle risorse pubbliche disponibili, in questi anni,  hanno spinto lo Stato a riprendersi spazi di autonomia che la Costituzione assegna agli enti territoriali. La “legislazione emergenziale della crisi” ha scaricato sulle autonomie e sulle assemblee elettive i problemi della tenuta dei conti pubblici, privilegiando “scelte tecnocratiche di austerità” che hanno ristretto le possibilità di sviluppo economico, le capacità di innovazione e gli spazi di democrazia.

Per la rinascita del Paese, è necessaria una vera riforma delle istituzioni che riordini l’apparato statale e gli enti territoriali per renderli più moderni e funzionali alle esigenze dei cittadini: superando, i privilegi, gli sprechi e le sovrapposizioni (di strutture, competenze e costi) attraverso la netta distinzione delle competenze tra Stato - Regioni - Autonomie locali; migliorando la capacità di agire e di cooperare delle pubbliche amministrazioni attraverso un intelligente ricorso alla rete e alla digitalizzazione dei servizi.

Ma la riforma deve essere affrontata valorizzando l’originale scelta regionalista e autonomista della forma di stato italiana, con una puntuale modifica della Costituzione che porti in breve tempo al superamento del bicameralismo, alla riduzione del numero dei parlamentari e, soprattutto, alla riforma della legge elettorale, per ripristinare un rapporto di fiducia tra la politica e i cittadini, come lucidamente ci ha indicato la Corte costituzionale.

Devono essere evitate, invece, ulteriori forzature legislative che riducano ancor di più il ruolo delle autonomie, con scorciatoie plebiscitarie o tecnocratiche. Le autonomie territoriali e le assemblee elettive sono una risorsa per la crescita. Devono essere mobilitate attraverso una “golden rule” sugli investimenti, che anticipi una riforma del patto di stabilità anche in Europa, per uscire dalla logica della cieca austerità. La vera priorità, infatti, è la ripresa economica, per dare una prospettiva di occupazione e sviluppo ai giovani e al paese.

Con Gianni Cuperlo segretario del PD è possibile costruire un partito nuovo e un gruppo dirigente diffuso, al centro e nei territori, che non si chiude nel palazzo, nelle stanze del potere, ma vive e cresce nella società, interagendo con le persone in carne ed ossa, le formazioni sociali e le istituzioni rappresentative, per dare risposte vere alla domanda di lavoro e alla voglia di riscatto che cresce nella società: con le autonomie, per il lavoro e la democrazia.

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