giovedì 5 giugno 2008

Il nodo Europa

Nel Consiglio dei ministri dello scorso 30 maggio la maggioranza che sostiene il Governo Berlusconi ha cominciato a mostrare le prime crepe su una questione centrale per il futuro del nostro Paese e dell'Europa: la ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007.
Il "Trattato di Lisbona" è stato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dai referendum francese e olandese del 2005, sulla base del'intesa arrivata a Berlino nel 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, per rilanciare il processo unitario europeo.
L'Italia, innanzitutto, deve onorare gli impegni presi in sede europea per pervenire entro la fine di quest'anno alla ratifica del Trattato, per riuscire a farlo entrare in vigore il 1° gennaio 2009, prima delle elezioni europee. E' perciò necessario che il Parlamento italiano approvi la legge di ratifica entro l'estate, attraverso un lavoro comune della maggioranza e dell'opposizione che permetta di rappresentare unitariamente la volontà del Paese in ambito europeo.
Contro questo impegno unitario, la Lega Nord ha assunto nel Consiglio dei ministri una posizione differente che mira a sottoporre, anche in Italia come in Irlanda, la ratifica del Trattato ad un referendun popolare. A questa posizione si sono associate anche alcuni esponenti della sinistra comunista ed extraparlamentare. La richiesta del referendum in un solo paese, al di là della demagogia, cerca di utilizzare le paure diffuse dei cittadini rispetto ai processi di globalizzazione per conservare gli assetti attuali degli Stati nazionali ed impedire la ratifica del nuovo Trattato europeo.
Il Partito democratico, coerentemente con le posizioni assunte nella precedente legislatura e dai suoi più importanti esponenti in sede europea, ha innanzitutto il compito di incalzare il Governo e la maggioranza parlamentare per giungere ad una rapida ratifica del Trattato, che sia il frutto di una larga convergenza di tutte le forze sinceramente europeiste.
Allo stesso tempo, su questo tema, può aprire un confronto ulteriore nel Parlamento, in Italia e in Europa, per sollecitare l'approvazione a livello europeo di una normativa elettorale unica per le prossime elezioni del 2009, che superi l'attuale babele di sistemi di elezione e permetta di dare una legittimanzione unitaria al Parlamento europeo. In questa prospettiva di unificazione politica si può proporre anche l'indizione di un referendum consultivo sul trattato di Lisbona, da tenersi insieme alle elezioni del Parlamento europeo in tutti i paesi membri, per mettere al centro del dibattito politico continentale del prossimo anno il tema dell'unificazione politica dell'Europa come vera risposta alle sfide della globalizzazione.

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