mercoledì 9 luglio 2008

Le priorità del Paese e le scelte economiche del Governo

Secondo un recente sondaggio dell’Istituto IPR Marketing il costo della vita e la perdita di potere d'acquisto di salari e pensioni risulta infatti la principale preoccupazione degli italiani (dal 69% degli intervistati) indipendentemente dalle opinioni politiche.
La crescita dell'inflazione, derivante in gran parte dall'aumento dei prezzi del petrolio e dei prodotti alimentari su scala mondiale, la crisi dei mercati immobiliari e finanziari e l'aumento dei tassi di interesse in Europa, sono condizioni oggettive che renderanno senza dubbio ancora più forte l'attenzione alle condizioni dei bilanci familiari.
Sia il il PDL che il PD, durante la campagna elettorale, hanno condiviso nelle loro proposte la necessità di affrontare prioritariamente il tema della difesa del potere di acquisto delle famiglie ed, in particolare, dei redditi più bassi.
Gli interventi del Governo previsti dal decreto legge 93/08 per la salvaguardia del potere d'acquisto delle famiglie e dal decreto legge 112/08 sulla manovra finanziaria non sembrano andare in questa direzione, poiché alla fine portano ad un complessivo inasprimento della pressione fiscale e non avvantaggiano i redditi più bassi.
Se si pone attenzione più da vicino al tema delle dinamiche salariali, evidenziato dall'articolo di De Cecco "Salari amari", si può inoltre valutare con più attenzione l'errore compiuto dal Governo con la scelta della detassazione degli straordinari.
Essa interviene su un mercato del lavoro, come quello italiano, nel quale si è assistito negli ultimi 15 anni ad un aumento delle ore lavorate, che non ha corrisposto ad una crescita della produttività e delle retribuzioni, come dimostrano i dati ISTAT del luglio '08 e i dati dell' Outlook sull'Occupazione dell'OCSE.
Purtroppo si punta ancora sulla quantità e non sulla qualità.
Invece di chiedere di lavorare di più a chi lavora già tanto, occorrere diminuire il peso delle tasse sul lavoro dipendente per aumentare il potere di acquisto dei salari e degli stipendi e rendere conveniente l'assunzione del personale più qualificato che può dare un contributo all'innovazione e alla competività del sistema produttivo italiano, anche attraverso una riforma del sistema contrattuale pubblico e privato che rafforzi il legame fra il salario e la produttività.

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